Doctor Strange

di Scott Derrickson (2016)
La prendo larga…
Prendi le opere di Escher, uniscile ai Mandala, mettici una spruzzatina di frattali ed aggiungici delle caleidoscopiche prospettive a corredo.
Bene, questo è lo sfondo della maggior parte delle scene del film.
Prendi un asso della chirurgia, un po’ strano di nome e di fatto e togligli quello che di più prezioso ha per il suo successo; ovvero togligli l’abilità di disporre delle proprie mani a comando. Cosa ottieni?
Semplicemente un reietto in cerca di riscatto, perché dalle stelle alle stalle lo scarto è breve, e magari basta una piccola distrazione alla guida (di una Lamborghini) che ti costa tutto.
Il buon Stephen Strange, ops! pardon, il dottor Stephen Strange capisce che per riprendere il controllo del proprio corpo compromesso, la medicina così come la conosce lui non basta, bisogna andare oltre.
E per andare oltre parte quindi per Kathmandu alla ricerca della riabilitazione, almeno quella spirituale.
La destinazione è il tempio di Kamar-Taj.
Qui, il nostro Stephen incontra allora una “setta” guidata dal maestro “Antico” che gli svela i segreti del multi verso, ovvero dell’insieme di tutti gli universi possibili, cioè di tutti gli infiniti universi esistenti simultaneamente.
Ma ogni comunità che si rispetti ha le sue beghe interne, che in questo caso rischiano di diventare più che mondiali, addirittura esistenziali a livello di sopravvivenza del nostro piano di realtà.
Capita infatti che Kaecilius, un ex-maestro, parta per la tangente e decida di portare Dormammu “un vero e proprio signore della dimensione Oscura” nel nostro mondo e mandare tutto in vacca, soverchiando “l’ordine naturale delle cose”.

L’Occhio di Agamotto
La padronanza quasi innata delle arti “magiche” unita alla scoperta dei portentosi poteri dell’occhio di Agamotto permettono al nostro dottore di fronteggiare gli attacchi dei reietti e dar vita a una guerra senza quartiere per la difesa dei santuari di New York, Londra e Hong Kong che proteggono con la loro esistenza la nostra dimensione.
Davvero notevole la resa visiva del film, un’orgia di colori, forme e azione fuse in un caleidoscopio spiazzante.
Praticamente è come avere Harry Potter che incontra Matrix ad Inception, con l’aiuto di Poltergeist ed il dottor Kildare.
Super Mega Stra Wow!!!
Ormai scontata la clip inserita nella sigla finale che in questo caso è addirittura doppia.